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domenica 26 settembre 2010

Compie dieci anni “Nuovi Orizzonti”


MIEI SCRITTI
di Maria Serritiello

Tre giorni di festa (10, 11 e 12 settembre), quasi una sagra, con tanto di primi piatti, panini ripieni e zeppole saporite e con stand espositivi di manufatti di pizzi merletti e di ceramica per festeggiare i dieci anni di attività dell’associazione: “Nuovi Orizzonti”, diretta da Giuseppe Giordano, a Cappelle di Salerno. L’ideatore ed il curatore di tale spazio, nella vita si occupa di tutt’altro, infatti è Sovraintendente Capo nel Corpo di Polizia di Stato ma a questa struttura dedica tutto il suo tempo libero, con amorevole cura, quasi fosse una creatura vivente. Ed è grazie a lui se la struttura, che in passato ha ospitato classi di scuola elementare ed anche una sezione di scuola materna, è diventata un centro polifunzionale ed un punto di aggregazione per tutta la zona di Cappelle. Qui è possibile frequentare varie attività, tra le quali danza, palestra, attività sportive, anche perché il complesso è dotato di capienti spazi, sia al chiuso che all’aperto, tutti tenuti con attenta cura e massima igiene. Durante l’estate, poi, nella struttura, si è anche tenuto un campo estivo per i bambini, i cui genitori erano impegnati nel lavoro, dando così una concreta risposta alle esigenze del sociale. La struttura è dotata di piscine, e di servizi per cui è stata in grado d’intrattenere in maniera completa i piccoli ospiti, che oltre al nuoto hanno partecipato a varie attività di svago e di creatività. Il complesso è andato in funzione dalla 7,30 alle 16,30, tutti i giorni dei mesi estivi, con inserite, finanche, la prima colazione, il pranzo e il riposo pomeridiano alla cifra modica di spesa, di trenta euro alla settimana. Alla festa dei tre giorni di “Nuovi Orizzonti” non sono mancati: Ermanno Guerra, Assessore alle Politiche Sociali e Francesco Picarone, Assessore alle Finanze del Comune di Salerno, i quali a turno hanno ribadito la validità del progetto, in una zona priva di ogni servizio, e assicurato l’impegno a che il complesso conservi la tenuta e l’uso attuale, sgombrando, così, il campo da notizie tendenziose circolate, circa lo smantellamento del centro. Le tre serate sono state presentate al pubblico con briosità e spigliatezza dalla presentatrice emergente Rosalia Paracuollo, mentre la musica è stata diffusa da G e D saund-duo vocalist.



Maria Serritiello www.lapilli.eu

Salerno, arrivano i pedaggi sull'A3


CRONACA

FONTE:IL MATTINO.IT

Si pagherà, si pagherà caro e si pagherà presto per finire nel disastro della Salerno-Reggio Calabria. Dopo la batosta della tassa-rincaro sui pedaggi già esistenti, che è stata ritirata dopo sentenze del Tar, il Governo anticipa al prossimo maggio l’introduzione del pedaggio sulla A3, sulla Salerno-Avellino, sulla Sicignano-Pontenza.

Una mazzata che si abbatte quasi interamente sul territorio salernitano e sul capoluogo. Il decreto legge trasporti, appena approvato al Senato e ora all’esame della Camera anticipa i tempi di applicazione dei pedaggi sui tratti autostradali gestiti dall’Anas finora gratuiti. Invece del 31 dicembre dell’anno prossimo, si pagherà dal primo maggio 2011. Sette euro complessivamente da Napoli a Buonabitacolo. Il che significa che in pratica viene ristabilito il rincaro per Napoli (a 2 euro), mentre da Salerno verso Sud si pagheranno cinque euro per usufruire delle tre corsie fino a Campagna e del caos lavori fino alla Basilicata. Poi 3,60 euro per la Sicignano-Potenza e due euro per la Salerno-Avellino.

Salerno, attimi di terrore a scuola


CRONACA


FONTE: SFOGLIA IL MATTINO.IT

Un minore di 16 anni è stato denunciato a Salerno dagli agenti della squadra mobile per minacce aggravate all'uso di una pistola. È successo ieri mattina davanti all'Istituto nautico situato in via Porto.

Centinaia di studenti e numerosi genitori hanno assistito con terrore a questo episodio. Il 16enne si è avvicinato, armato di pistola ad un alunno del terzo anno. Dopo avergli puntato l'arma contro la fronte lo ha fatto inginocchiare e sotto la minaccia di premere il grilletto gli ha ordinato di chiedere scusa al proprio fratello.

La polizia ha poi chiarito che il giorno precedente la vittima della minaccia aveva avuto un litigio con il fratello del 16enne che poi gli aveva chiesto aiuto. Ieri la vendetta.

Recuperata dalla polizia la pistola, un'arma giocattolo priva del tappo rosso e quindi del tutto simile a una vera. Il 16enne è stato denunciato in stato di libertà alla procura per i minori di Salerno

Scuola, Gelmini: Con risparmi e tagli 1 mld l'anno da investire


CRONACA

FONTE:TISCALI NOTIZIE


Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, torna a difendere la propria riforma della scuola sottolineando che grazie ai tagli e ai risparmi in programma ci sarà un miliardo l'anno da investire nell'attualità del nostro sistema scolastico. "Grazie ai tagli e ai risparmi - ha dichiarato la Gelmini ieri nel suo intervento alla seconda festa nazionale della Libertà a Milano - avremo il 30% in più di risorse da investire, circa un miliardo di euro l'anno nella qualità del nostro sistema scolastico e nel sostegno alle famiglie che hanno problemi a mantenere i figli all'università". Gelmini ha poi ricordato che la scuola è l'unico settore della pubblica amministrazione in cui "sono stati confermati gli scatti di anzianità" in attesa che, grazie al lavoro in corso con i ministri Sacconi e Brunetta, si arrivi a una soluzione "per superare questo meccanismo scandaloso che premia tutti senza distinzione di merito". Sempre in riferimento alla riforma della scuola, il ministro ha ricordato che "sono stati assunti 10mila nuovi insegnanti, 6mila tecnici e sia stato aperto un concorso per reclutare 2.800 presidi".

Bimbi trovano 900 euro, li portano a Cc


CRONACA


FONTE:TISCALI NOTIZIE

PATTI (MESSINA), 25 SET - Trovano una borsa con 900 euro, carte di credito e documenti, la prendono e la portano ai Cc. E' successo a Patti, nel messinese. Quattro ragazzini dopo aver finito di giocare in un campetto comunale, si sono accorti che una donna che poco prima era ferma accanto alla struttura sportiva, aveva dimenticato la borsa.I ragazzi, allora, l'hanno aperta e dopo aver visto il contenuto del pacco l'hanno portata ai Cc che l'hanno restituita alla proprietaria

sabato 25 settembre 2010

La vecchiaia non è un limbo


IL CASO

FONTE:TISCALI NOTIZIE

Maltrattamento degli anziani, un fenomeno spesso ignorato e sottovalutato nella societàdi Elisabetta Rotriquenz 23 settembre 2010. “Farmaci scaduti o irregolarmente conservati e anziani alloggiati in un sottotetto inagibile, legati con lenzuola ai letti per non farli muovere. È quanto accadeva nella casa di riposo per anziani «La Contrada» nel comune di Tarano, in provincia di Rieti. La struttura, che aveva un elegante sito internet veniva considerata un ricovero di lusso, con rette non alla portata di tutti: gli ospiti pagavano una retta che oscillava dai 1400 ai 2000 euro mensili” (Corriere della Sera, 18 gennaio 2010).“Nuovo episodio di violenza scoperto ai danni di un'anziana donna. Dopo la vicenda di Massa Carrara a fine luglio anche a Roma una badante - in questo caso con l'aggravante di essere legata da parentela diretta con la vittima - è stata sorpresa a maltrattare la pensionata 85enne affidatale. Patrizia F., romana, 57 anni, è stata arrestata dagli agenti della polizia per «maltrattamenti e lesioni». Le violenze erano state denunciate da una vicina di casa, stanca di assistere dalla finestra di fronte alle percosse continue che venivano inflitte all'anziana” (Corriere della Sera, 9 agosto 2010). Queste sono solo alcune delle notizie che sempre più frequentemente occupano le pagine della cronaca. Cerchiamo allora di capire quali sono i fattori di rischio che sono alla base del maltrattamento degli anziani e cosa si può fare per prevenire questo reato.L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha pubblicato nel 2002 il primo “Rapporto mondiale su violenza e salute” individuando le tre categorie più comuni di abuso sulla persona anziana: domestico (maltrattamento della persona anziana nella sua abitazione o in quella del caregiver, cioè la persona che se ne prende cura), istituzionale (maltrattamento degli anziani che vivono in case di riposo o residenze assistenziali) e auto-inflitto (comportamento auto-lesivo). (Pineo, Dominguez, Ferlisi, Galioto, Vernuccio, Zagone, Costanza, Putignano, Belvedere, Sciacca e Barbagallo, 2005).Rispetto alle altre forme di violenza domestica si è meno consapevoli del maltrattamento subito dagli anziani da parte di chi si prende cura di loro. Il tasso di incidenza riguardo al maltrattamento degli anziani è particolarmente complicato poiché le vittime sono spesso non autosufficienti e quindi dipendenti dalla persona che li accudisce, cosa che li rende riluttanti a denunciare i soprusi. Le statistiche ufficiali indicano che circa il 10% delle persone di oltre 65 anni subisce qualche forma di maltrattamento (Krahé, 2005); nella fattispecie gli anziani possono: subire dolore e danni fisici, essere umiliati o subire furti di denaro o ancora vedersi negati cibo e cure fisiche, trovandosi a vivere in uno stato di degrado (Pineo et al, 2005).I fattori che secondo i ricercatori sono associati alla probabilità che si verifichi il maltrattamento nei confronti di una persona anziana comprendono: isolamento sociale (pochi contatti con la famiglia e l’esterno), età elevata, grave stato di salute fisica e mentale, convivenza con la persona che li assiste. Per quanto riguarda i fattori di rischio, è stato notato come molte persone violente possono avere un passato di malattia mentale, soffrire di problemi di alcolismo, sperimentare un senso di impotenza rispetto ad una dipendenza economica, essere state vittime di violenza familiare, non essere in grado di far fronte a situazioni stressanti (come disoccupazione e difficoltà economiche) (Krahé, 2005).Questi fattori possono comunque essere presenti in un rapporto anziano-assistente, senza che per questo si verifichino episodi di maltrattamento. È possibile constatare che gli effetti negativi del maltrattamento degli anziani sono simili a quelli causati dalle altre forme di violenza domestica; per questo è necessario in primo luogo prendere coscienza dell’esistenza del problema e renderlo noto anche attraverso programmi di sensibilizzazione e di formazione per la diagnosi, la riabilitazione e l’assistenza dell’anziano oggetto dell’abuso.In secondo luogo è necessario adoperarsi a livello sociale verso le famiglie a rischio offrendo sostegno alle situazioni più vulnerabili sia sul piano sociale (ad esempio in casi di precarietà economica o basso livello culturale) sia sul piano psicologico (nei confronti del caregiver). Un ruolo importante nella prevenzione e soprattutto nella diagnosi dell’abuso è riservato al medico geriatra, che attraverso una completa valutazione clinica e socio-ambientale possiede la competenza per individuare eventuali forme di abuso e di situazioni familiari a rischio per tale problematica (Pineo et al, 2005).L’abuso nei confronti della persona anziana è un problema diffuso ma sottostimato e poco conosciuto sia dall’ambiente medico che dalla società. L’entità di tale problema non è del tutto nota sia per la mancanza di denunce sia per la difficoltà di individuarne i segni. È chiaro che il maltrattamento può concretizzarsi non solo con una condotta attiva, ma anche con una condotta omissiva attraverso il silenzio e la mancata denuncia (Pineo et al, 2005). È doveroso che sia gli anziani vittime di violenza sia le persone che assistono a questi soprusi denuncino il reato.È quindi necessario che tutti si prendano cura dei familiari anziani e allo stesso tempo abbiano un occhio di riguardo per gli ultrasessantacinquenni che gravitano nel proprio ambiente. La vecchiaia non deve essere un limbo in cui la persona viene relegata e dimenticata, ma anzi l’anziano deve essere considerato un tesoro prezioso di esperienza e di ricordi. Laddove l’anziano abbia seri problemi di salute che ne compromettono la memoria, merita sempre il massimo rispetto e deve essere trattato riconoscendo la sua dignità per ciò che è ora e per la persona che è stata nel corso della sua vita.

giovedì 23 settembre 2010

Renato Zero, compie 60 anni il 30 settembre


PERSONAGGI

FONTE:VIRGILIO NOTIZIE

Se ne parla da mesi dei 60 anni di Renato Zero e dei concerti che il cantante romano si è regalato, nella sua Roma, per festeggiare insieme ai fans.
Sessant'anni di una vita sgargiante e provocatoria, anticipatrice (e ispiratrice) di tanto di ciò che sarebbe venuto dopo e per ciò stesso coraggiosa. Una vita vissuta anche sul filo dell'ambiguità sessuale, su cui Renato non ha mai fatto dichiarazioni esplicite. Tuttavia in un'intervista uscita sul Corriere della Sera a firma di Aldo Cazzullo, Zero dichiara che presto risponderà - a modo suo - alla domanda sui suoi amori maschili.


"Presto uscirà una canzone in cui risponderò definitivamente a questa domanda, che mi ha stancato. Ognuno si curi il proprio orto, lasci aperta la porta, non si chiuda gli orizzonti, non si appiccichi da sé etichette che la vita potrebbe smentire. Non mettiamo limiti alla provvidenza. Conosco uomini con quattro figli che la sera si truccano pesante e vanno al Colle Oppio sui tacchi a spillo".


E ancora a proposito di amori:
"Con Enrica Bonaccorti è stato un lungo viaggio affettivo insieme. Poi c’è stata Lucy Morante. Mi amava al punto da vendere i miei dischi fuori dai concerti. Si è presa un sacco di gavettoni per me, e non metaforici". "Poi è arrivato il successo, e ha reso tutto ancora più difficile. Per uscire di casa dovevo nascondermi nel furgone della lavanderia, tra le robe sporche".


Ma nell'intervista Renato Zero si racconta a tutto tondo: l'infanzia e l'adolescenza a Roma, il padre poliziotto, la madre infermiera, i travestimenti, gli amici di sempre - dalla Berté a Christian De Sica - l'essere nonno, la fede, l'amato zio comunista e le ideologie vere, mentre ora "spesso non voto. Non ho stima di nessuno, sono fermo ad Antonio Gramsci e a Luigi Einaudi. Vengo da una famiglia di comunisti (...) Oggi questi c’hanno la barca e l’ossessione per la poltrona. Litigano, ma non per la politica; per il loro ego. E fanno i soldi. Oggi fa politica solo chi ha i miliardi. Per entrare in Parlamento, un operaio deve bruciare alla Thyssen".

E ancora: i colleghi di oggi - "Tra i giovani è interessante Marco Mengoni. Mi ha confidato di essersi ispirato a me, mi fa piacere" - e, legato al tempo che passa, l'aspetto fisico: "La chirurgia estetica, però, mai. Ho fatto una sciocchezza, farmi togliere il doppio mento dall’ex marito della Santanchè. Basta così: altrimenti non ti fermi più, e alla fine sembri una mappa geografica. Già è pieno di gente con il parrucchiere privato; l’imbalsamatore privato mi pare troppo".

Mosè "aprì" le acque del Mar Rosso? Spunta ipotesi scientifica


CRIOSITA'

FONTE:TISCALI NOTIZIE


Una nuova ricerca propone un'interpretazione scientifica di quanto accaduto nell'episodio biblico dell'apertura delle acque del Mar Rosso. Lo studio pubblicato dalla rivista statunitense PLoS One trova che forti e persistenti venti potrebbero spiegare il miracolo compiuto da Mosè 3.000 anni fa. Utilizzando una simulazione virtuale basata su quanto raccontato nella Bibbia (" Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero"), il direttore della ricerca, Carl Drews, spiega che, un robusto vento (stimato in 100 chilometri orari) proveniente da oriente, soffiando per oltre 12 ore sul Mar Rosso avrebbe potuto sospingere le acque oltre una vecchia ansa formata dal congiungimento di un antico fiume e una laguna. Un evento simile si è verificato nel 1882, come testimoniato dall'esercito britannico, quando l'acqua è stata sospinta fuori dal lago Manzala in Egitto. Altri studi avevano avanzato ipotesi, fra cui anche uno tsunami, per spiegare il miracolo, ma nessuna era completamente soddisfacente.

Arrestato in Spagna per aver denunciato la morte dei suoi cani, Simone Righi adesso rischia dieci anni


CRONACA

FONTE:TISCALI NOTIZIE DI ANTONELLA LOI

Protestò contro il canile di Cadiz nel quale i suoi tre animali erano stati uccisi. Incarcerato, venne liberato dopo più di due mesi, privato del passaporto e costretto all'obbligo di firma in Spagna ogni trenta giorni. Ma la vicenda di Simone Righi, artista bolognese di 40 anni, è tutt'altro che conclusa. Il 4 ottobre prossimo ad attenderlo ci sarà il giudice della città spagnola davanti al quale l'uomo dovrà rispondere di reati pesantissimi che potrebbero costargli una condanna a dieci anni di carcere: disordine e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, a cui si è aggiunta, strada facendo, l'incriminazione per "attentato alle istituzioni". Accuse pesantissime che stentano a trovare giustificazione nei fatti, risalenti all'ottobre del 2007, che Tiscali Notizie seguì passo passo.L'arresto di Simone e della compagna Anna Fiori avvenne nel corso di una manifestazione indetta da associazioni ambientaliste e semplici cittadini contro le crudeltà che, era già stato dimostrato da inchieste in corso, venivano perpetrate all'interno della struttura-ricovero privata "El Refugio" di Puerto Real, Cadice, finanziata con soldi pubblici. Quattro giorni - tanto durò il soggiorno - fatali per Holly, Vito e Maggie, i tre bastardini con passaporto canino, compagni di vita della coppia. Avvisate le forze dell'ordine, si scoprì che uno dei tre cani, trovato morto all'interno di un congelatore, era stato ucciso con una sostanza paralizzante, proibita, che provoca una morte lenta e dolorosissima. Immediata la denuncia alle autorità giudiziarie che, come detto, già erano a conoscenza del trattamento disumano degli animali all'interno della struttura.L'arresto di Simone RighiCol dolore nel cuore per la perdita dei tre cani, Anna e Simone scesero in piazza con altre migliaia di persone per chiedere ai comuni che finanziavano la struttura di assumersi le proprie responsabilità e mettere fine alla barbarie (poi il canile venne effettivamente chiuso a novembre del 2007 ndr). Ma la comparsa sul sagrato di una chiesa di Cadice - con cui "El Refugio" era convenzionato - del sindaco della città, Teofila Martinez, fece salire i toni e tra slogan e fischi la sindaca fu costretta a riparare in una viuzza secondaria, protetta da guardie del corpo e polizia.A testimonianza di quanto accadde nei momenti successivi, numerosi video amatoriali e fotografie: la polizia che si lancia con violenza contro la testa del corteo, colpisce ripetutamente Righi, lo butta a terra e lo ammanetta. Tutto documentato. Poi anche la Fiori e una giovane spagnola vengono portati con la forza in carcere e interrogati. Anna Fiori tornò subito a casa, la giovane spagnola venne rilasciata dopo pochi giorni e Simone Righi arrestato. Per lui fu l'inizio di due mesi d'inferno durante i quali però emerse la solidarietà: in molti si mobilitarono, ambasciate, consolati, parlamentari e tante persone pronte a urlare l'ingiustizia che il ragazzo stava subendo. "Non ho fatto niente - continuava a sostenere Simone - mi arrestano solo perché ho denunciato le barbarie subite dai miei cani". La sensazione di oggi, però, è che il peggio debba ancora arrivare. L'avvocato Libero Mancuso, che rappresenta Simone in Italia, definisce "aberrante la vicenda ed esente da qualsiasi logica". Cosa potrebbe succedere al processo ce lo spiega Anna Fiori: "C'è il forte sospetto che la politica sia entrata in tribunale". La paura è che il processo possa non essere equo e l'ipotesi accusatoria di "attentato alle istituzioni" è pesante. "E' una richiesta sproporzionata e assurda - sostiene Anna -. Chiediamo un impegno ufficiale poiché siamo oggetto di un’ingiustizia: siamo convinti che non vi siano i presupposti per una giusta sentenza".La forza già dimostrata sembra non essere più sufficiente. "La sensazione di poter sparire è forte, le ragioni tante, le possibilità di liberarsene poche", dice Anna. Che continua: "Vuoi sapere se stiamo bene? Non stiamo bene, siamo sorretti dalla verità e dalla consapevolezza che non abbiamo fatto nulla. Ecco perché andiamo al processo, per ribadirlo a viva voce". Poi chiede, ma sembra un'implorazione: "Parlate di noi, aiutateci a far emergere la verità. Non lasciateci soli".

mercoledì 22 settembre 2010

I festeggiamenti di San Matteo, patrono di Salerno


EVENTI

FONTE:WWW.LAPILLI.EU

Ai festeggiamenti del Santo Patrono di Salerno che cadono il 21 settembre, quest’anno si è aggiunto, rinnovando una vecchia tradizione degli abitanti, l’allestimento del “Pennacchio di San Matteo”. Si tratta di una composizione artistica fatta di frutta, mirto, canne di bambù e uva Sanginella, un vitigno delle colline di Giovi. Un tempo gli agricoltori dell’assolata collina di Salerno ed i fruttivendoli della città offrivano tali cesti di uva Sanginella, che maturava proprio nella seconda metà di settembre, al santo Patrono, nei giorni che precedevano la festa. Famosi furono i pennacchi allestiti in passato da “Idarella” alla Dogana Regia di Largo Campo e “Mammela” sulle scale di via Antonio Mazza. La tradizione del Pennacchio di San Matteo, che affonda le sue radici nella tradizione della civiltà contadina, si era persa ma oggi, grazie alla Coldiretti, il Comune di Salerno, i Giardini della Minerva, l’Associazione Nemus e le indicazioni del dottor Ezio Basso, medico che vive a Giovi Bottiglieri e figlio di un coltivatore di uva sanguinella, si è potuta riscoprire quest’ antica usanza di devozione . Nel suo terreno, il dottore, possiede alcuni esemplari della preziosa vite, scampati alla distruzione degli anni ’60 del secolo scorso, per un’epidemia di filossera. Oggi si sta cercando in tutti i modi, di favorirne la coltivazione che è quanto mai difficile, quasi impossibile a riprodurla e che può essere fatto solo o per talea o nell’acqua. L’antico vitigno, trovava il suo habitat sulle colline di Giovi, sia per l’esposizione al sole che per il clima favorevole, infatti i due elementi ne facilitavano la coltivazione, che fu in passato una delle maggiori risorse per gli agricoltori del luogo. Il Pennacchio di San Matteo è stato in esposizione, per quanti hanno voluto riprendere l’antica memoria, nei meravigliosi e antichi Giardini della Minerva, situati nel centro storico, cuore della città.



Il sito: I Giardini della Minerva

Il giardino della Minerva è un orto botanico situato nel centro storico di Salerno. Durante il medioevo fu utilizzato come giardino dei semplici a fini didattici per gli studenti della Scuola medica salernitana; per tale motivo è ritenuto l'antesignano degli orti botanici, intesi nell'accezione moderna del termine. Il giardino si sviluppa a ridosso delle mura occidentali della città medioevale lungo il corso del torrente Fusandola. Fin dal XII secolo gli orti risultano di proprietà della famiglia Silvatico, ma è nel 1300 che il maestro della scuola medica Matteo Silvatico vi istituisce un giardino dei semplici. Da quanto si riferisce nel “Opus Pandectarum Medicinae” del Silvatico nell'orto furono interrate numerose piante di ogni provenienza per classificarle e studiarne le proprietà terapeutiche. Dal 2001 nel giardino sono state piantate numerose piante, anche rare, dando particolare rilevanza a quelle specie citate nel Regimen Sanitatis Salernitanum e nell’Opus Pandectarum Medicinae, che venivano usate nel medioevo come piante medicamentose. In particolare è presente nel giardino la leggendaria “Mandragora”, pianta che si riteneva avesse poteri straordinari. Il caratteristico microclima dell'orto, inoltre, consente la coltivazione di specie vegetali più disparate e di ogni provenienza. Il terrazzamento inferiore è stato disegnato per sistemare le piante secondo lo schema della teoria galenica dei quattro umori.

La festa di San Matteo per i salernitani

Il 21 settembre ogni salernitano è più salernitano degli altri giorni, perché è il giorno di San Matteo. Non è raro sentire nei commenti del popolo devoto e non solo “iamme a truvà a San Matteo”(andiamo a trovare San Matteo) come se fosse un parente da visitare, per mostrargli affetto. Lui per i salernitani ha un debole: li protegge da ogni sciagura, li rassicura, li sostiene perfino quando la salernitana perde e fa in modo che in ogni azione dei suoi fedeli ci sia. La città si risveglia diversa e attende impaziente l’ora della processione per vederlo attorniato da “e sore” (sorelle). In effetti le sorelle altro non sono che le statue dei martiri salernitani: Ante, Gaio e Fortunato, rinforzati da una poderosa statua di San Giuseppe e da San Gregorio VII, il papa che qui venne a morire in esilio. Per tutta la città l’odore della milza cotta nell’aceto è il profumo intenso che si sparge ma tant’è è l’usanza a cui nessuno vuole sottrarsi, neppure i mangiatori globalizzati di Kaibab della movida del sabato sera, nel pieno centro storico della città più trasformata d’Italia. Vivaddio !

Maria Serritiello

martedì 21 settembre 2010

Addio Sbirulina


CRONACA

FONTE :VIRGILIO NOTIZIE

E' morta Sandra Mondaini

E' morta Sandra Mondaini, la grande artista della tv è deceduta alle 13 all'ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverata da circa 10 giorni per una grave insufficienza respiratoria. Aveva 79 anni, dopo la scomparsa, il 15 aprile scorso di suo marito Raimondo Vianello, con lei si spegne un altro pezzo storico della tv italiana.

Soubrette, attrice brillante, moglie intransigente della coppia più famosa del piccolo schermo e divertente "Sbirulino" per i bambini, Sandra Mondaini sarà sempre ricordata per il suo senso dell'umorismo e la sua semplicità.

Nata a Milano il primo settembre 1931, diventa famosa già all'età di sei mesi come baby modella, testimonial per una campagna contro la tubercolosi. Verso la metà degli anni 40, dovendo aiutare la famiglia in difficoltà economiche, Sandra comincia a lavorare come modella.

L'esordio in teatro risale al 1949 nella commedia Ghe pensi mi di Marcello Marchesi al Teatro Olimpia di Milano, accanto a Tino Scotti e Franca Rame. Nel 1953 inizia la carriera come attrice cinematografica e nel 1955 entra nella compagnia di rivista di Erminio Macario come soubrette. Nel 1954 la neonata Rai la arruola nella compagnia di rivista della televisione di Stato.

La verve comica e la grande versatilità le regalano presto successo e fama, nonché l'apprezzamento della critica. Nel 1958 conosce Raimondo Vianello, che quattro anni dopo diventerà suo marito, e inseparabile compagno di lavoro. Insieme lavoreranno in teatro, cinema, radio ma soprattutto in televisione raggiungendo una enorme e duratura popolarità. Negli anni '60 è nel cast di alcuni dei varietà che hanno fatto la storia della tv italiana, come Canzonissima e Studio Uno. Negli anni '70, è protagonista assoluta, insieme a Raimondo, di show come Sai che ti dico, Tante Scuse, Noi... No! di cui restano memorabili gli sketch a tema matrimoniale e le sigle piene di citazioni ed ironia. Nel 1981, nel corso della trasmissione Io e la Befana, abbinata alla Lotteria Italia, Sandra interpreta per la prima volta il personaggio di Sbirulino, molto amato dai bambini.

Nel 1982, sempre insieme al marito, è tra i primissimi artisti di grande popolarità a lasciare la Rai per approdare sul neonato network televisivo privato della Fininvest, con lo show Attenti a noi due, in onda su Canale 5, cui faranno seguito diversi altri spettacoli di intrattenimento. Dal 1988 al 2007 Sandra e Raimondo sono i protagonisti di Casa Vianello, la sit-com più famosa e longeva prodotta dalla televisione italiana, che genera anche le 'varianti' Cascina Vianello e Crociera Vianello. Il 10 dicembre 2008, durante la conferenza stampa di presentazione del suo ultimo lavoro televisivo, Crociera Vianello, Sandra Mondaini annuncia la sua decisione di lasciare il mondo dello spettacolo a causa delle sue sempre più precarie condizioni di salute.

La morte del marito Raimondo Vianello aveva profondamente segnato Sandra, le cui condizioni di salute erano immediatamente peggiorate, rendendo necessario più di un ricovero.

lunedì 20 settembre 2010

ONORE AL CAPITANO ALESSANDRO ROMANI


CRONACA

FONTE: TISCALI NOTIZIE


"Alessandro in Afghanistan voleva che gli ordigni non spegnessero più i sogni dei bambini, che le donne non fossero più sfigurate e lapidate, che gli uomini non fossero più legati su pali in attesa della morte, dinnanzi agli occhi dei figli". E' un passaggio dell'omelia che l'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, ha pronunciato ai funerali solenni del tenente Romani, ucciso in Afghanistan. Alessandro, ha ricordato monsignor Pelvi, "era un uomo delle forze speciali che non amava parlare di sé, mai in cerca di gloria, sempre convinto del coraggio di esserci".L'omelia - "Ancora un incontro di dolore e di lutto. La sofferenza del nostro paese diventa più profonda, tanto che vengono meno anche le parole per descriverla ed i sentimenti per esprimerla". L'arcivescovo ha definito la morte del tenente "un'altra via crucis, nella quale il Dio vivente viene inchiodato dagli uomini in quella mortale immobilità che ammutolisce ogni voce". "Se vogliamo la pace - ha aggiunto l'arcivescovo durante la celebrazione - la costruiremo assicurando a tutti la possibilità di una crescita ragionevole: le ingiustizie prima o poi presentano il conto a tutti. E' da stolti costruire una casa dorata, ma con attorno il deserto e il degrado". Citando Paolo VI, Pelvi ha esortato a cercare la pace nello sviluppo: "Non è forse lo sviluppo il vero nome della pace?".Il rientro in Italia - Le esequie solenni si sono tenute nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Roma. Il C-130 dell' Aeronautica che ha trasportato a Roma la salma del tenente Romani, l'ufficiale incursore della IX reggimento d'assalto Col Moschin, era atterrato all'aeroporto militare di Ciampino. E' il sesto militare morto quest'anno in Afghanistan, il trentesimo dall'inizio della missione. Ad accogliere la salma a Ciampino i genitori del tenente Romani, Carlo ed Elsa Chemotti con alcuni parenti.

Le autorità presenti - A rendere omaggio al feretro c'erano Il presidente della Repubblica, Giorgio Napoitano, quello della Camera, Gianfranco Fini, il ministro della Difesa, Ignazio la Russa, con il sottosegretario Guido Crosetto, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, con il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale di corpo d'Armata, Giuseppe Valotto, il Comandate della Brigata Folgore, generale Federico D'Apuzzo e il Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze, generale di corpo d'Armata Giorgio Cornacchione. Presenti anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini e l'onorevole Gianfranco Paglia, già ufficiale in esercito rimasto ferito gravemente in Somalia.

domenica 19 settembre 2010

Vita da cani.....


CRIOSITA'


FONTE:TISCALI NOTIZIE DI OSCAR GRAZIOLI

Facciamo questa ipotesi. Vi trovate su un traghetto, di ritorno dalle ferie passate su di una splendida isola. Regna sovrano il silenzio, mentre, sul ponte sopra coperta con la vostra compagna, prendete gli ultimi raggi di sole seduti sulla sdraio in attesa di arrivare sula terra ferma. L’umore è quel che è. Domina un po’ di tristezza, per dovere abbandonare una quotidianità fatta di bagni, grigliate e feste con gli amici.Dall’altra parte vi solleva il fatto di rivedere i vostri genitori, gli amici di sempre e, perché no, i cani e i gatti che vi aspettano come tutti gli anni. Improvvisamente aprite gli occhi perché l’imbarcazione ha spento i motori e vi accorgete che ha rallentato fino a fermarsi. Voci incontrollate si spargono fra i turisti che rientrano. Vi alzate di scatto perché c’è chi parla di incidente, chi di incendio, chi di un uomo che sta molto male.Date una veloce occhiata, sul disegno analitico della nave per capire in quale esatto punto siete e dove sono le scialuppe. Si sa mai. La verità viene subito a galla quando il comunicato del comandante risuona forte e chiaro.” Qui è il comandante. Vi prego di non avere alcun timore. Ho fermato le macchine e arrestato la corsa per cercare di soccorrere un cane caduto in mare. L’equipaggio si scusa per il contrattempo”.Dopo quaranta minuti è di nuovo il comandante: “Signori, riprendiamo la corsa perché l’operazione di soccorso è finita e l’esito è stato positivo. Il cane è sano e salvo tra le braccia dei suoi proprietari. Ci scusiamo per i 45 minuti di ritardo con i quali raggiungeremo la destinazione d’arrivo”. Fossi io su quel traghetto mi unirei agli applausi e ai cori di felicità, cercando, prima di sbarcare, di raggiungere il comandante e stringergli la mano, per la sua comprensione e il suo senso di umanità.Ci sarebbe di certo qualche scontento per il ritardo, qualcuno che, piano piano tra i denti, si lascerebbe andare a un “maledetto cane, forse perdo la coincidenza per Bologna”. Pochi mesi fa, è accaduto davvero sul traghetto della Moby partito da Portoferraio con destinazione Piombino. Non è chiara la dinamica del fatto, ma a un certo punto si sono levate le grida di “cane a mare”.Tita, la cagnolina di una giovane coppia pistoiese, era caduta fuori bordo. Inutili le richieste, inutile la disperazione della coppia. Il comandante ha ritenuto che il motivo non era sufficiente per arrestare la corsa e si è limitato, in ritardo, a fare una virata per dare un’occhiata in un punto dove ormai c’erano solo le onde azzurre del mare.Il nuovo codice della strada impone l’obbligo di soccorrere un animale ferito. Il codice della navigazione non ammette una simile evenienza. Magari ritarda la partenza di tre ore (è capitato a me anni fa) perché un famoso politico si era dimenticato a letto, ma non ammette di calare una scialuppa per salvare Fido che scompare nuotando disperatamente, con le sue zampette tra i flutti. Ma davvero la vita di un cane non vale mezzora di ritardo?

Erri De Luca


PERSONAGGI

FONTE: WIKIPENDIA


Erri De Luca (Napoli, 20 maggio 1950) è uno scrittore, traduttore e poeta italiano
Recentemente definito "lo scrittore del decennio" dal critico letterario del "Corriere della Sera" Giorgio De Rienzo, è anche poeta e traduttore.

Nel 1968, a diciotto anni, raggiunge Roma, dove prende parte al Gaos (Gruppo di Agitazione Operai e Studenti), gruppo che fonderà Lotta Continua a Roma. Erri diventerà in seguito il responsabile del servizio d'ordine di Lotta Continua. Inoltre dichiarerà più di recente che al momento dello scioglimento di Lc (Rimini, 1976) non volle entrare in clandestinità e convinse il servizio d'ordine romano a seguire la sua stessa strada.

In seguito svolge numerosi mestieri in Italia e all'estero, come operaio qualificato, camionista, magazziniere, muratore. Durante la guerra in ex-Jugoslavia è autista di convogli umanitari destinati alle popolazioni. Studia da autodidatta diverse lingue, tra cui lo yiddish e l'ebraico antico dal quale traduce alcuni testi della Bibbia. Lo scopo di queste traduzioni, che De Luca chiama “traduzioni di servizio", non è quello di fornire il testo biblico in lingua facile o elegante, ma di riprodurlo nella lingua più simile e più obbediente all’originale ebraico.

Pubblica il primo romanzo nel 1989, a quasi quarant'anni: Non ora, non qui, una rievocazione della sua infanzia a Napoli.

Regolarmente tradotto in francese, spagnolo, inglese, tra il 1994 e il 2002 riceve il premio France Culture per Aceto, arcobaleno, il Premio Laure Bataillon per Tre Cavalli e il Femina Etranger per Montedidio. È del 1999 il libro Tu, mio.

Collabora a diversi giornali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Avvenire, Gli Altri) e oltre ad articoli d'opinione, scrive occasionalmente anche di montagna

Curiosità
Conosciuto nel mondo dell'alpinismo e dell'arrampicata sportiva. Nel 2002 è il primo ultracinquantenne a superare un 8b, alla Grotta dell'Arenauta di Gaeta (8b+). Nel 2005 una spedizione himalayana con l’amica Nives Meroi narrata nel libro “Sulla traccia di Nives”.
Nel 2002, è stato insignito della cittadinanza onoraria dal comune di Ischia.[senza fonte].
Nel 2003 ha fatto parte della giuria della 56ª edizione del Festival di Cannes. La giuria, presieduta dal regista francese Patrice Chéreau, ha assegnato la Palma d'oro per il miglior film a Elephant di Gus Van Sant.
Ha recitato ne L'isola, un film del 2003 diretto da Costanza Quatriglio. Prodotto dalla Dream Film e da Rai Cinema, fu presentato proprio al 56º Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2003.
Il 29 novembre 2009 è stato intervistato da Fabio Fazio durante la trasmissione Che tempo che fa. Descrivendo uno dei personaggi del suo libro "Il peso della farfalla", il cacciatore, ha dichiarato di avergli "prestato" un suo infarto.
Nel corso di Fili, spettacolo teatrale messo in scena nel 2009, ha raccontato di scrivere sempre appoggiato sulle ginocchia, prima che faccia giorno e su quaderni a righe. Quelli a quadretti gli ricordano le vite recluse.
Ha scritto ballata per una prigioniera dedicata all' amica Barbara Balzerani.
Vive oggi nella campagna romana.



sabato 18 settembre 2010

La festa del Monte Stella ad Ogliara


MIEI SCRIITI

FONTE:WWW.LAPILLI.EU

Ad Ogliara, capofila dei rioni collinari del comune di Salerno, la festa del Monte Stella è particolarmente sentita. L’evento religioso che precede di poco la solennizzazione di San Matteo, la festa patronale della città, è curata con entusiasmo e fervore religioso da tutti gli ogliaresi, quegli stessi che negli anni ’60-’70, con enormi sacrifici, sono stati protagonisti dell’opera di ricostruzione della chiesa, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e della realizzazione di una strada, percorribile solo con mezzi adeguati. Le celebrazioni iniziate il 5 si concluderanno il 19 settembre e non il 12, come ogni anno, nel giorno della Madonna. Il prolungamento si giustifica per l’evento straordinario capitato proprio il giorno 12 e cioè l’insediamento del nuovo arcivescovo di Salerno Monsignor Luigi Moretti, ex vicario presso la diocesi di Roma.Tutte le chiese, per l’accoglienza del nuovo metropolita al posto del Monsignore Gerardo Pierro, che ha ufficialmente ha ultimato il suo mandato il 26 aprile scorso, sono state chiuse e la festa del Monte Stella rimandata. Un vasto programma di festeggiamenti civili (giochi ogliaresi, giochi sportivi, cacce al tesoro, intrattenimenti musicali) ed un’ornata ed estesa luminaria, hanno preparato e ancora lo fanno, la festa religiosa che avrà la sua massima espressione nella processione, con al seguito le statue di San Nicola, Sant’Antonio, Cuore di Gesù e la venerata statua della Madonna del Monte Stella. L’ultima serata la festa sarà allietata dalla banda città di Mottola e dal virtuosismo del solista flicornino Maestro Giovanni Paracuollo.



Il Montestella



Il Montestella è un antico vulcano spento che ha un’altitudine di 960 metri, mentre la chiesetta è a metri 840. La cima del monte è formato da un vasto altopiano e presso la località Pozzale si può ammirare il cratere del vulcano. La chiesa poggia su di uno sperone, sotto il quale si trova la grotta delle “ossa dei briganti”, chiamata così per il ritrovamento di avanzi di scheletri umani. Si dice che nella grotta, in epoche diverse si nascondessero i briganti e che questi vi avessero nascosto un cospicuo tesoro.



La Chiesa e la sua storia



La chiesa di Santa Maria de Vetro sul Monte Stella era conosciuta fin dal 1168. Fu abazia benedettina già prima del 1310 e nel 1341 venne iniziata anche la costruzione di un ristretto convento. Si successero, fino al 1617, quindici abati, quattro dei quali divennero cardinali. Il convento fu quasi sempre abitato da un numero non eccessivi di frati, otto in tutto ma da Santa Maria de Vetro dipendevano ben 14 chiese. Dal 1765 venne conferita in commenda ad affittuari privati, sino al 1808 quando fu incorporata nei beni dello stato. Con la restaurazione borbonica, nel 1818, il re di Napoli devolse i beni della badia in favore del capitolo diocesano di Vallo della Lucania. Nel 1943, i tedeschi vi posero un osservatorio, che fu cannoneggiato da mare. Il crollo del tetto portò alla luce alcuni bellissimi archi gotici dell’originale chiesetta. Grazie all’opera dei fedeli la chiesa è stata interamente rifatta a nuovo.



La festa nella tradizione passata



La chiesa, un tempo era dotata di due statue della Madonna, una di stoffa e l’altra di materiale rigido. Una si conservava nella parrocchia di Ogliara, l’altra nella chiesa di Santa Maria de Vetro. Fino al 1940 la festa si svolgeva l’otto settembre, quando tutti i cittadini di Ogliara, alle prime luci dell’alba e con molti al seguito sul dorso di muli, portavano in spalla una delle due statue che alternativamente veniva poi trasportata nella chiesa di San Nicola, a valle. L’occasione religiosa, dopo aver svolti tutti i riti, si tramutava in una festa per l’intera comunità che trascinava fin lassù provviste composte di carne, melanzane, vari ortaggi cotti e finanche pentole, nelle quali si cuocevano grossi quantitativi di maccheroni, conditi con ragù portato da casa. Un decreto del governo borbonico consentì che nel giorno della festa, qualsiasi cittadino era autorizzato a portare sul monte e quindi ad usare armi da fuoco, con cartucce a salvo, per sparare colpi in onore della Madonna. Dopo il 1940 la festa non si svolse più con la tradizionale continuità, ma oggi, con alcune modifiche è stata riportata agli antichi fasti. Infatti l’ultima domenica di agosto la Madonna viene condotta ad Ogliara da un elicottero dei vigili del fuoco per essere riportata a spalle ed in processione di nuovo sul monte, la prima domenica di settembre.

Maria Serritiello

venerdì 17 settembre 2010

Morto soldato italiano in Afganistan


CRONACA

FONTE:TISCALI NOTIZIE

E' morto uno dei due operatori delle forze speciali italiane rimasti feriti oggi da colpi di arma da fuoco durante un'operazione per la cattura di alcune persone che avevano piazzato poco prima un ordigno lungo una strada che conduce a Delaram, ad est di Farah, in Afghanistan. Si tratta del tenente Alessandro Romani, 36enne del nono Reggimento d'assalto Col Moschin. Romani, celibe, nato a Roma il 18 luglio del 1974, era rimasto ferito durante un'operazione nella provincia di Farah, assieme a un commilitone delle truppe speciali della Task Force 45. Sin dal primo momento le sue condizioni erano apparse più gravi di quelle del secondo militare italiano coinvolto, "sebbene all'inizio non sembrasse in pericolo di vita", ha detto una fonte militare ad Apcom. Il secondo soldato coinvolto "è in condizioni meno gravi e dovrebbe essere fuori pericolo, salvo complicazioni", ha aggiunto la fonte militare da Herat.Napolitano vicino alla famiglia del tenente Romani - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa "con profonda commozione" la notizia dello scontro a fuoco in cui ha perso la vita il Tenente Alessandro Romani, "mentre assolveva ai propri compiti operativi nell'ambito della missione Isaf in Afghanistan", ha espresso alla famiglia, "rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese", i sentimenti della sua "affettuosa vicinanza e della più sincera partecipazione al loro grande dolore". "Nella tragica circostanza", il capo dello Stato ha altresì chiesto al capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini, di "rendersi interprete presso l'Esercito dei suoi sentimenti di cordoglio, di commossa solidarietà e di partecipazione al dolore provocato dal luttuoso evento". Il Presidente Napolitano ha inoltre fatto pervenire "il suo incoraggiamento e un affettuoso augurio al primo Caporal maggiore Elio Domenico Rapisarda, ferito nello scontro a fuoco.Berlusconi: "Al tenente ucciso il mio ringraziamento" - "Ho appreso con dolore la notizia della morte del Tenente Alessandro Romani, colpito in uno scontro a fuoco in Afghanistan. A lui va il mio profondo ringraziamento e alla sua famiglia il mio più sentito cordoglio". Lo dichiara in una nota il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.Fini: "Soldati sono il presidio indispensabile contro il terrore" - "Nell'apprendere la tragica notizia dell'attentato odierno nel quale ha perso la vita il Tenente Alessandro Romani del nono reggimento d'assalto 'Col Moschin', e che ha causato il ferimento di un altro soldato, desidero manifestarLe i sensi della più intensa vicinanza mia personale e della Camera dei deputati alle forze militari italiane impegnate in Afghanistan". Lo scrive il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini. "Nell'esprimere, inoltre - afferma Fini - il sentimento di profonda gratitudine ai nostri soldati nell'area, il cui lavoro ed il cui sacrificio quotidiano costituiscono un presidio indispensabile contro le forze del terrore e della destabilizzazione, La prego di far pervenire alla famiglia del caduto le più sentite condoglianze ed un sincero augurio di pronto ristabilimento al nostro militare ferito".Opposizioni divise: Idv vuole ritiro. Pd: Riflettere - Il cordoglio per la vittima è unanime, ma sul da farsi in Afghanistan le opposizioni si dividono, secondo un copione ormai abituale. Italia dei valori chiede di porre fine alla missione, l'Udc ripete che "l'impegno deve continuare" e il Pd si colloca in una posizione di cautela, sostanzialmente simile a quella dei centristi, anche se esposta con una maggiore attenzione agli elementi 'problematici' della missione: "Credo che un punto della situazione vada fatto - spiega Bersani - perché sul terreno le cose non vanno come dovrebbero". Frase che non è una richiesta di ritiro, ma un modo per chiedere un'iniziativa politica anche del Governo italiano.L'Italia dei valori, da tempo, chiede di porre fine all'intervento militare italiano nella regione. Il portavoce nazionale del partito Leoluca Orlando ricorda che la posizione del partito "è quella assunta alle Camere quando non abbiamo votato il decreto sulla missione" perchè "è diventata assurda" e "sostiene il governo corrotto di Karzai". Esattamente ciò che sperava di non sentire l'Udc Lorenzo Cesa: "Speriamo non arrivi anche stavolta il momento delle polemiche e dei distinguo: il nostro sostegno ai soldati impegnati in Afghanistan non deve mai venir meno".Le parole di Bersani potrebbero far pensare a un qualche ripensamento in atto tra i democratici rispetto alla missione, ma in realtà il gruppo dirigente del partito su questo non sembra avere dubbi: in Afghanistan bisogna restare, con il resto della comunità internazionale. Certo, i problemi ci sono e il Pd cerca, probabilmente, di non scoprirsi a sinistra, dove Di Pietro (in Parlamento) e Verdi e comunisti (fuori dalle Camere) chiedono con forza il ritiro. E, inoltre, Bersani incalza anche il Governo a fare di più a livello internazionale, "gli americani ci ringrazieranno per la coerenza e lo sforzo - aggiunge - ma immagino che si aspetterebbero che gli chiedessimo anche qualcosa. Invece ci occupiamo solo di Gheddafi e di Putin...".E le parole di Piero Fassino chiariscono bene la posizione del partito: "Anche l'agguato di oggi conferma quanto insidiosa continui a essere la situazione in Afghanistan e come, accanto al contrasto militare per arginare l`azione terrorista, vi sia la necessità di accelerare la transizione politica". Netta, come sempre, la posizione della 'sinistra radicale'. Angelo Bonelli dei Verdi descrive l'Afghanistan come il "Vietnam d'Italia e dice: "Non si può più andare avanti in questo modo perché il conflitto in Afghanistan è ormai diventata una guerra infinita che non porta ad alcuna soluzione". Oliviero Diliberto, Pdci, ricorda: "Sono anni, fin dal governo Prodi, che chiediamo una strategia di uscita da quell'immondo pantano. Ci hanno risposto chiamandolo 'missione di pace'. Lo dicano ora alle famiglie straziate, agli amici di quel ragazzo che si è trattato di una 'missione di pace'". Lo sport italiano si ferma per ricordare il militare morto in Afghanistan. Il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha invitato tutte le federazioni sportive, le discipline associate e gli enti di promozione a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive che si disputeranno in Italia da domani a domenica.Drammatica ricorrenza, un anno fa morirono sei militari italiani - Quasi un migliaio di persone, militari compresi, hanno partecipato questa mattina alla Caserma Bandini di Siena alle celebrazioni per il primo anniversario della morte a Kabul di sei uomini del 186/o Reggimento Paracadutisti Folgore. Nell'attentato, realizzato con una potentissima carica esplosiva nascosta a lato della strada che colpì due automezzi blindati Lince impegnati in un servizio di pattugliamento e scorta, persero la vita Antonio Fortunato, Roberto Valente, Massimiliano Randino, Matteo Mureddu, Gian Domenico Pistonami e Davide Ricchiuto. I loro familiari erano in prima fila e a loro è stata consegnata la medaglia costantiniana alla memoria, mentre una medaglia costantiniana al merito è stata conferita al Reggimento. Durante la cerimonia è stata deposta una corona al Monumento ai Caduti della Caserma. In precedenza, l'arcivescovo di Siena Buoncristiani ha tenuto una messa in suffragio, che ha preceduto la celebrazione della consacrazione dei Paracadutisti al Cuore Immacolato di Maria, al cospetto della Statua della Madonna di Fatima, giunta per l'occasione a Siena. Tra le autorità, il prefetto Gerarda Maria Pantalone, il sindaco di Siena Maurizio Cenni, il presidente della Provincia Simone Bezzini, il presidente del consiglio regionale Alberto Monaci e l'assessore del Comune di Monteriggioni Adriano Chiantini.

Silvia De Cesare:Il linguaggio dei giovani nell'era di fb


CURIOSITA'

FONTE: SILVIA DE CESARE.SFOGLIA IL MATTINO.

Nuovi modi di dire che diventano tormentoni, parole in codice per indicare qualcosa di non sempre lecito, improbabili crasi capaci di riassumere con una sola voce un intero concetto e forme dialettali che si mescolano alle straniere per raccontare un'emozione. È il nuovo alfabeto salernitano, ventuno lettere alle quali corrispondono moderne espressioni di dialogo e singolari forme di comunicazione. Per cominciare, alla lettera "A" corrispondono i verbi abbioccarsi (appoggiarsi post molti drink), alcolizzarsi e ”ammoccarsi” (per indicare due piccioncini che si baciano amorevolmente). Il dialetto s'infila con i termini ”alluvionat” e ”atteggiat” per descrivere chi è sommerso dai pensieri o dalle arie. E se insiste anche il mitico richiamo ”amò”, all'elenco si aggiunge anche la paradossale interazione ”Anche no” e il neo ”accomodatevi”, imperativo per salutare una persona, offrire una sigaretta o un cocktail. Alla lettera B si piazzano gli aggettivi ”bunat”, il recidivo (per essere buoni) e ”bonzo” (mostro), la voce del verbo ”bombarsi” (fumare molto e non sigarette) e il termine ”bamba” che sta per cocaina. Alla terza consonante dell'alfabeto troviamo invece l'inimitabile ”capisci” seguito da numerosi punti interrogativi, il ”cardamone” che corrisponde al fessacchiotto ma anche allo spinello, il ”cazzeggio” che equivale alla nullafacenza, il ”cachino”, che descrive il salernitano che vive solo di aperitivo e disco fashion, ed al quale fanno seguito la "cricca" di ”chiattill”, ”chiaviche” e ”cozze”. La D in città è solo Din Dada, marchio e tipologia di divertimento che esclude il ”dandy”, l'uomo eccessivamente trandy. Non si muove alla E l'espressione ”Ecchetemis” (Cosa indossi?), un modo di dire tutto salernitano utilizzato per prendere in giro chi osa nell'abbigliamento. Tantissimi i termini - tormentoni alla lettera F: fariniell', (cascamorto), fancazzista (amante dell'ozio), farlocco (finto), fattone (drogato), friscone (simpatico), fricchettone (no global), flesciato (allucinato). Alla G non c'è storia, spopola ”Già sai”, per rafforzare qualsiasi concetto o rimandare ad un'occasione più indiscreta i dettagli di un racconto che merita particolari in privato e/o altra sede. Alla H permane la risata on fabebook nelle versioni hihi (risata sottile), hehe (risata premonitrice), haha (risata grassa) e hauhau (risata molto grassa). Tanti gli aggettivi anche alla I come imbrusatore (imbroglione), incapato (fissato), inghiummato (bloccato) ingrifato (eccitato), ingrippato (innamorato privo di frecce). Trittico variegato alla L: Lntat' (lento), lota (schifoso) e il verbo limonare (evoluzione variopinta del bacio francese). Alla lettera M ci sono il nuovo verbo ”messaggiare”, inviare e ricevere messaggi con il telefono cellulare, il termine madama (polizia) e Mi che sta per amica. Alla N non poteva che esserci una negazione formato crasi: ”nevvero”, mentre alla O le risposte affermative si danno con ”l'okappa”. P sta per ”pariare”, (divertirsi), o indica il ”papagno” (schiaffone), alla Q corrisponde il ”quequero” (stupido), mentre alla R c'è il ”ralluso” (piccioso). Gettonatissime le espressioni alla lettera S ”statevi” o ”so ragazzi” per affermare la propria superiorità, e gli aggettivi ”sgamato”, ”sfigato”, ”sfaccimm”, ”sballato”, ”suggett” e ”stampato”. Novità alla T dove si insediano i modi dire ”Ti lovvo” e ”Ti amo di bene” e il neo ”taggare”, cioè attestare che in un foto sia presente un utente virtuale. Alla U un'unica espressione da recitare tutta d'un fiato: ”umammamiabella” (oddio); e se alla V si trova la mitica trombetta dei mondiali ”vuvuzela”, la ”Z” è come zokki: la rivale che non conosce epoca.

giovedì 16 settembre 2010

Investi' gatto e non lo soccorse, e' reato


CURIOSITA'


FONTE :ANSA

Investire un gatto e non prestargli soccorso e' reato. Lo sostiene la Procura di Milano in un ricorso presentato contro un proscioglimento. La parola ora passa alla Corte di cassazione, che dovra' decidere su una donna 42enne che nel 2008 investi' un gatto a Carate e non volle soccorrerlo, nonostante la volonta' delle sue amiche di prestare soccorso. Nei suoi confronti venne presentata una denuncia per maltrattamento di animali, finita al Gup di Busto Arsizio che dispose il proscioglimento.

Suora incinta per promuovere un gelato in Inghilterra, spot scandalo censurato


IL CASO

FONTE TISCALI NOTIZIE


Una marca di gelati “italiani” molto amata in Gran Bretagna fa scandalo: la Antonio Federici, il cui spot di una giovane suora incinta che mangia voluttuosamente un gelato è stata messo al bando dalla Advertising Standards Authorithy, ha promesso di fare il bis con un altra pubblicità con cui vuole tappezzare di manifesti Londra nei giorni della visita del Papa. Lo spot della suora, comparso anche sulle riviste The Lady e Grazia, mostra la religiosa con un vistoso pancione mentre si delizia con un gelato Federici in chiesa ed è corredato dalla scritta: ''Concepita immacolatamente''. I poster erano stati messi al bando - riporta la Bbc - perché si facevano beffa della religione cattolica. I nuovi manifesti, nelle intenzioni della Federici, i cui prodotti sono derivati da una ricetta 'inventata' oltre cento anni fa dal progenitore degli attuali soci “nell'area tra Portofino e Rapallo”, dovrebbero venire affissi nell'area dell'Abbazia di Westminster dove Papa Benedetto XVI si recherà venerdì e sabato.Federici, una società basata in Gran Bretagna, non ha voluto rivelare il soggetto dei nuovi manifesti, limitandosi a dire che “sarà una prosecuzione della campagna precedente”. La nuova immagine - ha detto un portavoce - intende “sfidare” il bando della Advertising Standard Authorithy, la quale a sua volta si è ripromessa di dare battaglia “perché le regole sono regole”.

Il 9%dei lavoratori è vittima di mobbing


INDAGINE

FONTE: TISCALI NOTIZIE

Il 9% dei lavoratori italiani dichiara di avere subito soprusi e umiliazioni durante la loro vita professionale, ma le più colpite dal rischio di maltrattamenti e vessazioni sono le donne. Lo rileva un'indagine dell’Istat redatta sulla base di una convenzione con il Dipartimento delle Pari Opportunità sul disagio nelle relazioni lavorative. In totale sono 2 milioni e 630 mila coloro che hanno lavorato con superiori, colleghi o persone a loro sottoposte che dichiarano di aver sofferto, nel corso della vita, vessazioni o demansionamento o privazione dei compiti. A subire di più sono le donne, con il 9,9% nel corso della vita.Più vittime fra le donne - I comportamenti vessatori degli ultimi 3 anni riguardano nel 91% dei casi la sfera della comunicazione (critiche senza motivo, scenate, minacce verbali o scritte), nel 63,9% la qualità della situazione professionale, nel 64,1% l'immagine sociale, nel 50,4% le relazioni sociali e nel 3,9% aggressioni. Le donne subiscono più di frequente scenate e critiche, vengono umiliate e ricevono più offerte e offese di tipo sessuale. Gli uomini vengono più spesso messi a lavorare in condizioni disagevoli e attaccati per le loro opinioni politiche e religiose.Le vessazioni più comuni - Il 3,3% dei lavoratori, ha detto di essere stato vittima di demansionamento e di privazione dei compiti nel corso della loro vita; il 2,6% negli ultimi tre anni, l'1,5% negli ultimi 12 mesi. 420 mila lavoratori (1,4%) hanno subito sia comportamenti persecutori, sia demansionamento nell'arco della loro vita: sono per lo più giovani tra i 25 e i 44 anni, laureati o diplomati, residenti al Sud (8,1% dei lavoratori) e in particolare in Campania (10,9%).Capi aguzzini - Negli ultimi tre anni, nell'80% dei casi, sono stati i superiori a creare situazioni di disagio in ambito lavorativo, seguiti da colleghi (29,7%) e sottoposti (7,5%). Gli autori sono stati soprattutto uomini e nel 52,4% dei casi operavano da soli. Le cause del disagio hanno riguardato soprattutto l'avvento di una nuova dirigenza (22,3% dei casi), l'autoritarismo del capo (19,3%) e la gelosia da parte dei colleghi (15,3%).Scarsa informazione per le vittime - Il 72,5% delle vittime ha confidato il disagio a qualcuno e il 25,6% ha coinvolto i superiori. Il 12% si è rivolto al sindacato, lo 0,6% al comitato per le Pari opportunità. "In Italia - ha commentato il Capo di Gabinetto del Ministero delle Pari Opportunità, Simonetta Matone - manca l'informazione sulla possibilità di tutelarsi. I comitati per le Pari opportunità hanno potere esiguo, mentre dovrebbero fornire elementi per aiutare i lavoratori a scegliere cosa fare".Vittime di molestie e ricatti sessuali 10,5 mln di italiane - Una donna su due di età fra i 14 e 65 anni - nel complesso 10 milioni 485 mila - ha subito nel corso della sua vita almeno una molestia sessuale o un ricatto sul lavoro a sfondo sessuale. Più diffuse sono le molestie verbali (26%), i pedinamenti (21,6%), l'esibizionismo (20,4%), la molestia fisica (19%). Sono più a rischio - rileva l'Istat in un'indagine sulle molestie sessuali e i ricatti sessuali sul lavoro nel biennio 2008-2009 - le donne delle grandi città (64,9%) e nei comuni periferici (58%). Valori sopra alla media (51,8%) si rilevano per le donne del nord-ovest (57,2%) e del nord-est (54,3%); in particolare in Piemonte (58,9%), Lombardia (56,9%), Emilia Romagna (56,3%) e Liguria (55,5%).Colpita 1 donna su 2 - Negli ultimi tre anni, in particolare, sono state 3 milioni 864 mila (il 19,1% del totale) le donne di 14-65 anni ad aver subito almeno una molestia sessuale o un ricatto sessuale sul posto di lavoro. Le più colpite sono le ragazze di 14-24 anni (38,6%) che hanno il doppio delle probabilità di subire una molestia, seguono le 25-34enni (29,5%). I valori più alti poi riguardano le laureate (26,1%) e le diplomate (22,3%). Negli ultimi tre anni il fenomeno risulta maggiormente diffuso al Sud (21% contro il 19,9% del Nord-ovest e 17,7% del Nord-est).Più diffuse le molestie verbali - La molestia verbale è la più diffusa (26% nel corso della vita; 9,1% negli ultimi tre anni), seguono i pedinamenti (21,6%-7,1%), l'esibizionismo (20,4%-2,8%), la molestia fisica (19%-4,1%), le telefonate oscene (18,2%-5,6%). Per quanto riguarda le molestie fisiche, il 59,4% ha per autori estranei o persone che si conoscono solo di vista (14,1%). Tra le persone conosciute bene, gli autori più frequenti sono amici (7%), colleghi (5,1%), datore di lavoro (4,7%) e compagni di scuola (1,4%). Un terzo delle molestie (28,8%) avviene sui mezzi pubblici o alla stazione; in strada o al mercato (18,8%), al lavoro (12,6%), in discoteca o al bar o al cinema (11,7%).Lavoro in cambio di sesso - Negli ultimi tre anni, all'1% delle donne (140 mila) è stata chiesta la disponibilità sessuale al momento dell'assunzione, lo 0,4% (61 mila) è stato ricattato per esser assunto e lo 0,5% (65 mila) per mantenere il posto di lavoro o fare carriera. Queste donne hanno per lo più un titolo di studio elevato.Le reazioni - Di fronte ad un ricatto sessuale, l'81,7% delle donne non ne parla con nessuno; solo il 18,3% lo racconta, di solito ai colleghi. Quasi nessuna di queste vittime ha denunciato il fatto alle forze dell'ordine. Nel 28,4% dei casi (il 31,4% negli ultimi tre anni) perché si ritiene che non sia un fatto grave; nel 23,9% (28,4%) perché se la cavano da sole o con l'aiuto dei familiari, nel 20,4% per mancanza di fiducia nelle forze dell' ordine o per l'impossibilità di agire, per il 15,1% per paura di essere giudicata male.Calano le telefonate oscene - È invece crollato negli ultimi dieci anni il numero delle telefonate oscene subite dalle donne. Il tasso di vittimizzazione (per le donne da 14 a 59 anni) per le telefonate oscene era del 33,4% nel biennio 1997-1998 ed ha raggiunto il 17,9% nel 2008-2009. Il tasso corrispondente agli ultimi tre anni è addirittura dimezzato, passando dal 18,5% (1997-1998) al 9,4% (2002) e al 6,1% (2008-2009). Secondo Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell' Istituto, questo "tracollo delle telefonate oscene ha a che vedere con il fatto che il molestatore sa bene che il numero telefonico da cui parte la chiamata può essere conosciuto, quindi lui non si può più nascondere. I cambiamenti nel panorama della telefonia quindi funzionano da deterrente".Molestie in calo - In calo rispetto a dieci anni fa anche le molestie sessuali: dal 24% del 1997-1998 al 19,7% del 2008-2009. Una tendenza già evidenziata nel 2002 quando si registrò il 19,7% di vittime. In questo caso, per Sabbadini, la spiegazione ha a che vedere con gli effetti positivi prodotti dalla legge sulla violenza sessuale (la n. 66 del 1996) ed anche per una maggiore consapevolezza del fenomeno fra le donne e di cui parlano diffusamente anche i media. "Tutto ciò - precisa - contribuisce a costruire un clima di condanna e stigmatizzazione sociale della violenza contro le donne e favorisce l'inibizione di manifestazioni violente contro di loro".Uomini e donne sono cambiati - A parere di Simonetta Matone, capo di gabinetto del ministero per le Pari Opportunità, questi "dati in positivo" sono dovuti anche "alla maggior consapevolezza del diritto all' integrità fisica del corpo da parte delle donne. Ma anche gli uomini sono cambiati. Se cala il numero delle telefonate oscene è anche perché c'è una maggior comunicazione sessuale tra uomo e donna. Un grande aiuto lo ha dato la legge sullo stalking; inoltre le donne oggi sentono più vicine le istituzioni".

Conclusa a Giffoni Valle Piana la visita del presidente Giorgio Napoiltano


CRONACA

FONTE:TELEDIOCESI SALERNO


Grazie a nome di tutta l’ Italia per il Giffoni Film Festival, una idea ed una realizzazione straordinaria”:così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha pubblicamente elogiato Claudio Gubitosi,direttore artistico e fondatore del famoso festival del cinema per ragazzi,esempio delle ricadute positive degli investimenti nella cultura per la crescita del territorio.

Per l’ottava volta nel Comune Picentino, il capo dello Stato ha concluso ,nella cittadella del cinema, la sua due giorni salernitana,caratterizzata da un vero e proprio bagno di folla nei vari momenti previsti dal fitto calendario.

Nella Sala Truffaut,accolto dal sindaco di Giffoni Valle Piana Paolo Russomando,da Claudio Gubitosi,dal presidente della Regione Stefano Caldoro, dall’assessore regionale all’istruzione Caterina Miraglia ,dall’assessore provinciale al lavoro Anna Ferrazzano ,da tanti sindaci con fascia tricolore, il presidente Napolitano,dopo avere assistito al video che ha raccontato i 40 anni del Festival, ha ricevuto il premio Grifone d’oro dalle mani di Carlo Andria,presidente del GFF .

A cuore aperto,con grande disponibilità si è poi sottoposto “all’interrogatorio” di alcuni giovani giurati provenienti da tutta Italia.,che gli hanno chiesto della sua neutralità,di come superare il distacco tra politica e cittadini,ma anche dei suoi film preferiti(per la cronaca “Roma Città aperta” e “Vincitori e vinti”).

A tutti ha risposto con garbo,apprezzando il livello delle domande e consigliando,come fatto coi suoi figli,di studiare,prepararsi per realizzare i valori della propria persona.

A conclusione dell’incontro ,con ragazzi ed organizzatori del GFF il Photocall in piazza Altiero Spinelli e quindi,tra applausi,sventolio di tricolori e l’inno di Mameli eseguito dal complesso Bandistico locale, il saluto di Napolitano al paese di cui è cittadino onorario con l’invito soprattutto alle giovani generazioni alla collaborazione ed al lavoro sinergico per risolvere le problematiche che ci investono.

martedì 14 settembre 2010

Inaugurazione mostra: Salerno città della costituzione


EVENTI

FONTE.CRONACA DEL MEZZOGIORNO: GABRIELE BOJANO

Giorgio Napolitano inaugura la mostra: "La città della costituzione"

La Costituzione? Nacque a Salerno
Il collezionista Oddati presenta il suo allestimento storico

SALERNO - Un salto indietro nel tempo di 66 anni e il Salone dei Marmi di Palazzo di Città, a Salerno, torna ad ospitare da oggi il Consiglio dei ministri del governo di unità nazionale. È qui, infatti, in un luogo segnato dalla storia, che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, inaugura alle ore 11 la mostra «Salerno città della Costituzione».

L'ULTIMA GAZZETTA DEL GOVERNO BUONOMI - La chiave di volta per comprendere il senso di un allestimento, curato con la consueta meticolosità dallo storico e collezionista salernitano Nicola Oddati, non nuovo alle inaugurazioni «presidenziali» (fu Sandro Pertini nel 1984 a tagliare il nastro della mostra «Salerno Capitale») sta nella Gazzetta Ufficiale dell’8 luglio 1944, l’ultima del governo Bonomi, che contiene il testo di legge che rimanda alla fine della guerra la promulgazione dell’assemblea costituente e il referendum istituzionale.
IL CONCEPIMENTO DELLA CARTA COSTITUZIONALE - Spiega Oddati:«Non è azzardato ritenere che la Carta costituzionale sia stata concepita a Salerno, nel Salone dei Marmi, il 22 giugno del 1944, nella prima seduta del governo presieduto da Ivanoe Bonomi e di cui facevano parte, tra gli altri, Benedetto Croce, Carlo Sforza, Meuccio Ruini, Alberto Cianca, Giuseppe Saragat, Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, quando all’unanimità fu deciso il percorso della Costituente». Non a caso era stato proprio il governo Bonomi a giurare il 9 giugno 1944 «sul proprio onore di esercitare le funzioni nell’interesse supremo della Nazione e di non compiere, fino alla convocazione dell’Assemblea Costituente, atti che, comunque, pregiudichino la soluzione della questione istituzionale».
LA MOSTRA DEI REPERTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE - Ma al di là della ratio, che è piaciuta immediatamente al sindaco Vincenzo De Luca, la mostra, che è visitabile fino al 2 ottobre, propone una serie di oggetti e reperti per la maggior parte di proprietà di Oddati che copre un arco di tempo che va dall’aprile ’43 al luglio ’44. Il percorso espositivo si apre con una bomba inglese da 500 libbre sganciata il 21 giugno 1943 sulla città di Salerno, la stessa bomba che due anni fa tenne con il fiato sospeso, durante le operazioni di disinnesco, cinquemila salernitani, allontanati dalle loro case per alcuni giorni. A seguire, le foto della ricognizione aerea prima dei bombardamenti e alcuni modellini dei velivoli che parteciparono alle operazioni belliche. Di grande impatto emotivo la fascia del commissario prefettizio con la data dello Sbarco degli alleati: 9/9/1943, gli articoli di Life, medaglie, elmetti, resti di proiettili e alcune foto inedite, in bianco e nero e a colori, dello Sbarco e di Salerno bombardata.


LE «CHICCHE» RACCOLTE DA ODDATI - La vita di quegli anni è rivissuta

Una foto d'epoca risalente alla seconda guerra mondiale
non solo negli atti ufficiali posti in essere dal Governo e nelle prime pagine dei giornali dell’epoca, da L’Ora del Popolo a Il Corriere, ma anche in alcuni significativi documenti privati. Come la foto di un matrimonio «misto» tra una ragazza del posto e un sergente americano e la lettera che un salernitano scrive alla moglie informandola che la razione di pane è passata da cento a duecento grammi e che sono riprese le proiezioni cinematografiche ma solo di pellicole in americano. E a proposito di spettacoli, tra le «chicche» recuperate da Oddati, risaltano due locandine d’opera al teatro Verdi di Salerno datate maggio 1945: «La Traviata» e «Un ballo in maschera», protagonisti Beniamino Gigli e Tito Gobbi. Un pannello è dedicato alle caricature dei ministri disegnate da Gabriele D’Alma sul giornale satirico locale «Don Chisciotte» e un altro ai grandi avvenimenti dell’epoca, dall’eruzione del Vesuvio (marzo 1944) con la caduta dei lapilli su Salerno alla tragedia ferroviaria di Balvano in cui morirono centinaia di pendolari.

CINEMA E POESIA - Il visitatore che raggiungerà Salerno per visitare la mostra al Comune sappia che tra i filmati proposti non stop ce n’è uno inedito dell’Istituto Luce che riguarda la seduta del governo Bonomi sui granai del popolo con interviste ai ministri. A chiudere il percorso espositivo un tocco di levità con la poesia anonima pubblicata sul giornale «La Libertà» all’indomani del ritorno dei ministri a Roma: «O Salerno mia diletta/questi guai sono molto seri/hai sul capo una disdetta/se ne vanno i Ministeri/se ne vanno...che peccato/Gesù Cristo sia lodato!»

Napolitano a Salerno


EVENTI

FONTE:TISCALI NOTIZIE

"Contro di me ad agosto ci sono state polemiche non garbate, ma è bene se il governo prosegue il suo mandato. Il ricorso al popolo del resto non è un balsamo per ogni febbre". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene sulle recenti vicende politiche, in un lungo discorso al Teatro Augusteo, a Salerno, dove ha incontrato le istituzioni regionali e locali."Allusioni nei miei confronti" - Poi Napolitano prosegue: "Avevo a metà agosto suggerito alla riflessione di tutte le forze politiche precisamente l'interrogativo su quali potessero essere le conseguenze per il Paese del precipitare della situazione verso un vuoto politico e verso un durissimo scontro elettorale. Questa doveva essere, come sempre è stata, la preoccupazione del presidente della Repubblica, per il quale attenzione ai problemi e agli interessi generali del paese e garanzia di continuità della vita istituzionale fanno un tutt'uno", ha spiegato Napolitano che poi ha aggiunto: "Si sono invece succeduti per settimane, ogni giorno, interventi orientati in tutt'altro senso, in allusiva polemica (allusiva e non sempre garbata) nei miei confronti".Il Governo deve andare avanti - Napolitano ha poi detto di aver accolto con favore la volontà manifestata da Berlusconi di andare avanti con l’attività governativa" e, aggiunge,"lo dico senza tornare su altri aspetti delle polemiche agostane, come quelli relativi al modo di intendere certe prerogative del Capo dello Stato, quali prescritte dalla Costituzione". "La vita di un paese democratico deve essere ordinata secondo regole per potersi svolgere in modo fecondo, e tra le regole vi è quella di una durata prestabilita delle legislature parlamentari, per il tempo considerato necessario, in genere cinque anni, a cercare e definire soluzioni anche a problemi complessi e di non breve periodo» ha aggiunto ancora Napolitano.Bisogna attuare il federalismo, andare avanti, "ma non bisogna giocare con le parole", ha detto il presidente della Repubblica. "Si tratta di stabilire come intendere il federalismo, non si tratta di tornare indietro o mettere i bastoni fra le ruote. Si deve attuare il titolo quinto ma - ha aggiunto - quando si parla di federalismo solidale, cooperativo, ogni volta che il parlamento deve varare i provvedimenti, il senso di queste parole deve essere mantenuto".Sul mezzogiorno - Il capo dello Stato ha parlato poi dello sviluppo del Mezzogiorno. "Non ci si può abbandonare a immagini fuorvianti e spesso caricaturali del Sud" e a tutte e solo"bianco-oro del Nord" ha spiegato il presidente della Repubblica. Come ha detto il governatore della Banca d'Italia, ricorda Giorgio Napolitano, "gli spazi di crescita sono più al Sud che al Nord". Lo Stato, però,"deve fare molto di più per il Mezzogiorno" ed è "indubbio che ci debba essere più coordinamento e più regia a livello nazionale".


domenica 12 settembre 2010

Al Festival di Venezia, Leone d'Oro a Sofia Coppola


CINEMA

FONTE: TISCALI NOTIZIE

Puntuale, come da pronostico, arriva il Leone d'oro per Somewhere di Sofia Coppola. Il film della brava giovane regista, figlia di Francis, vince e si aggiudica il premio più ambito alla 67/ma Mostra del cinema di Venezia. Un riconoscimento, quello per la regista (vincitrice anche di un premio Oscar sei anni fa per la sceneggiatura originale di Lost in translation) arrivato nonostante il dubbio che la storia d'amore avuta nel 2004 con Quentin Tarantino, presidente di giuria di quest'edizione, potesse rendere difficile una sua vittoria.La prima reazione - "Non ci credo, non ci credo, è un grande onore". Deliziosa, elegante, con un vestito a palloncino sui toni del verde, il viso acqua e sapone, Sofia Coppola sale sul palco di Venezia 67/a con visibile emozione per ricevere dalle mani del presidente della giuria Quentin Tarantino il Leone D'oro assegnatole all' unanimità dalla giuria. Abbraccia Tarantino , ringrazia tutti , sottolinea che il premio sarà "molto importante per il film", poi si sofferma sui genitori: "grazie ai miei genitori, e grazie a mio padre che mi ha insegnato, non ci credo, è incredibile!". Il Leone d'Argento per la migliore regia è stato assegnato a Alex de la Iglesia che ha presentato Balada Triste da Trompeta. Film ambientato durante la guerra civile spagnola su una coppia di pagliacci sfigurati che combattono all'ultimo sangue per l'amore ambiguo di un'acrobata e con sullo sfondo il regime di Franco. Il Leone Speciale per l'insieme dell'opera è stato assegnato a Monte Hellman per "road to Nowhere". Si tratta di uno dei registi più amati da Quentin Tarantino, presidente della giuria. Balada triste si aggiudica anche il premio Osella per la miglior sceneggiatura.Coppa Volpi a Vincent Gallo e Ariane Labed - La Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile è stata assegnata a Vincent Gallo per il film "Essential Killing" del regista polacco Jerzy Skolimowski. La Coppa Volpi per la migliore attrice è andata a Ariane Labed per il film greco "Attenberg" di Athina Rachel Tsangari. Il Premio Osella per la miglior fotografia è stato assegnato a "Silent Souls" di Aleksei Fedorchenko. Il Premio Osella per la miglior sceneggiatura a Alex de la Iglesia per "Balada triste da Trompeta" Il Premio Marcello Mastroianni è andato alla giovane attrice Mila Kunis, protagonista della scena lesbo con Natalie Portman in Black Swan di Darren Aronofsky.Il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato al regista polacco Jerzy Skolimowski che ha presentato in concorso "Essential Killing". La trama del film racconta la storia di un uomo catturato dai soldati americani in Afghanistan e trasferito in un centro di reclusione segreto in Europa. Quando il mezzo su cui viaggiano rimane coinvolto in un incidente, il prigioniero si ritrova in libertà e fugge nella foresta innevata. Braccato da un esercito che ufficialmente non esiste è costretto a uccidere per sopravvivere.La giuria di Venezia 67 ha deciso di assegnare un Leone speciale per l'insieme dell'opera al regista Monte Hellman. Questa la motivazione: "é un grande artista cinematografico ed un poeta minimalista. La sua opera è stata di ispirazione a questa giuria per cui è per noi un onore rendergli onore". E gli italiani? Quentin Tarantino ignora il cinema nostrano e lascia registi e attori a bocca asciutta.

Quattro vittime sul lavoro. Napolitano: Sono indignato


CRONACA

FONTE: TISCALI NOTIZIE

Tre operai morti per asfissia all'interno di una cisterna a Capua, nel Salernitano: lavoravano senza maschere antigas. Una vittima anche nel Pistoiese, un uomo perde la vita sotto una pressa di compattazione per i rifiuti. Il capo dello Stato: "Esprimo cordoglio alle famiglie e profonda indignazione per le gravi negligenze".

I PRECEDENTI
25 AGO 2010 - PUGLIA: nelle campagne di san Ferdinando di Puglia, tra le province di Bari e Foggia, muore un operaio (due i feriti)per le esalazioni di gas mentre stava impermealizzando una cisterna per l'acqua piovana.12 GEN 2010 - PIEMONTE: tra Sale e Tortona (Alessandria), due operai, scesi in un deposito di un distributore in disuso, muoiono investiti da un flusso di gas.15 GIU 2009 - LIGURIA: a Riva Ligure (Imperia) due operai muoiono dopo essere caduti in una vasca di acque nere situata all'interno di un depuratore.26 MAG 2009 - SARDEGNA: tre operai muoiono per asfissia, nello spazio di pochi minuti, l'uno per salvare l'altro in una cisterna negli impianti della raffineria Saras di Sarroch (Cagliari).11 GIU 2008 - SICILIA: sei morti a Mineo (Catania) mentre pulivano una vasca del depuratore. Quattro erano dipendenti comunali, altri due di un azienda privata.3 MAR 2008 - PUGLIA: cinque persone muoiono a Molfetta (Bari) per le esalazioni liberatesi durante la pulitura della cisterna di un camion. Nella cisterna perdono la vita tre dipendenti e il titolare dell'azienda 'Truck center', un altro lavoratore muore in ospedale il giorno seguente.18 GEN 2008 - VENETO: due operai addetti ai lavori di pulizia della cisterna di una nave a Porto Marghera (Venezia) muoiono asfissiati dalle esalazioni di gas.16 MAR 2007 - VENETO: due lavoratori muoiono a Cogollo di Tregnago (Verona), uccisi dalle esalazioni provenienti dalla cisterna in cui si erano calati per eseguire lavori di manutenzione.18 AGO 2006 - PUGLIA: due operai muoiono cadendo in una cisterna, storditi dalle esalazioni in uno stabilimento oleario di Monopoli (Bari).

Brunetta: «Napoli e Caserta un cancro»


PERSONAGGI


FONTE:IL MATTINO

ROMA (11 settembre) - «Se non avessimo la Calabria, la conurbazione Napoli-Caserta, o meglio se queste zone avessero gli stessi standard del resto del Paese, l'Italia sarebbe il primo Paese in Europa». Così si è espresso il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, secondo quanto riporta 'Il Giornale'. Spiegando l'importanza del federalismo il ministro evidenza l'esistenza di un sistema malato ben rappresentato dalla «conurbazione» Napoli-Caserta che è «un cancro sociale e culturale. Un cancro etico, dove lo Stato non c'è, non c'è la politica, non c'è la società».

Per dare un'idea, racconta di quando si tenne il primo consiglio dei ministri a Napoli, Per l'emergenza rifiuti in Campania: «La città era vuota. Qualcuno agli angoli delle strade ci faceva il segno con il dito», (il medio). «Gli intellettuali napoletani disquisivano se il termovalorizzatore di Acerra fosse idoneo sì o no. E stavano con la merda sopra i capelli».

Mi ricordo «il freddo morale psicologico ambientale di quella giornata. Me lo ricordo. Ed è il segno più tragico, forse più dei mucchi di spazzatura per le strade, di una società, di una cultura e di una classe dirigente se non morte, tramortite».

Il ministro Brunetta invita gli ex governatori di Campania e Calabria del Pd a replicargli. «Zoggia e Pittella? Se questi sono i miei interlocutori - osserva il ministro - c'è davvero di che amaramente divertirsi. Perché, sul che fare nel Mezzogiorno, non mi rispondono piuttosto Bassolino e Loiero? Perché il primo non ci racconta come ha ridotto Napoli e la Campania? E perché non fa la stessa cosa Agazio Loiero con la sua Calabria?».

«Pittella e Zoggia - aggiunge - farebbero meglio a chieder conto del loro operato a questi compagni, fulgidi campioni del governo meridionalista della sinistra. E per aiutarli nella loro riflessione invierò loro tutti i successi ottenuti dal governo Berlusconi e dal mio collega Maroni contro la criminalità organizzata in Campania e in Calabria, allegando i relativi atti parlamentari».

«Avranno modo di imparare - afferma Brunetta - cosa sia un reale impegno per il Sud, distinguendolo dalle chiacchiere ipocrite, inconcludenti e fintamente indignate. Quanto a Leoluca Orlando Cascio (come lo ha sempre chiamato il presidente Cossiga), sappiamo bene chi egli sia e come da sindaco abbia ridotto la città di Palermo».

venerdì 10 settembre 2010

Le 10 domande alla Gelmini


SCUOLA



La Fonte:Il fatto Quotidiano

Ecco le 10 domande che l’Assemblea delle scuole milanesi rivolge al ministro dell’Istruzione:

1. Lei sa che i tagli alle elementari hanno cancellato qualsiasi possibilità di realizzare il vero tempo pieno, fatto di tempi distesi e di compresenze, di lavoro in piccoli gruppi, di progetti, di uscite e laboratori per favorire l’apprendimento di tutti?

2. Cosa risponde ai genitori costretti a pagare un contributo “volontario” di 130/200 € in scuole che vantano, nei confronti del suo Ministero, crediti di 130/200.000 €?

3. I paesi Ocse spendono in media il 5,7% del prodotto interno lordo per il sistema scolastico e l’Italia il 4,5%, come lo spiega?

4. Sa che le 10.000 assunzioni a tempo indeterminato di questo anno coprono una percentuale insignificante dei posti che ogni anno servono alla scuola?

5. Come mai non c’è un insegnante di sostegno ogni due alunni con disabilità come prevede la legge, tanto che spesso questi alunni sono seguiti solo 4/6 ore a settimana?

6. Lei è al corrente del fatto che nelle scuola medie la sua manovra ha avuto l’effetto di cancellare laboratori di Arte, Musica, Tecnologia, Educazione fisica…?

7. Ritiene sia giusto rispettare la legislazione sulla sicurezza? Sa che le classi con un minimo di 27 alunni e un massimo di 35 per classe, imposte dalla sua manovra, sono proibite da norme vigenti che impongono un massimo di 25 alunni?

8. Aver cancellato le sperimentazioni nei Licei, ispirandosi alla riforma del 1923, risponde ad una esigenza di rinnovamento? Aver tolto ai Licei Artistici l’11% del tempo scuola e ai Linguistici il 17% equivale ad un “potenziamento dell’offerta formativa”?

9. Come giustifica l’aver ridotto drasticamente l’orario degli Istituti Professionali e Tecnici, tagliando su quelle materie che ha affermato di voler potenziare? Sa che le attività di laboratorio diminuiscono del 20/40%? Vuole che le forniamo le tabelle di confronto?

10. Quali motivazioni didattiche l’hanno spinta a eliminare ore di lezione, negli Istituti Tecnici e Professionali, anche nelle classi successive alle prime? Ritiene giusto che chi si è iscritto ad un percorso prima della “riforma”, scopra che è stato cambiato a metà strada?

Assemblea delle scuole del milanese